Ciao Genitori, in questo articolo parleremo di disturbo di coordinazione motoria.
Questo è disturbo neuro-evolutivo che consiste in un insufficiente sviluppo della sola coordinazione motoria, senza interessare, quindi, lo sviluppo intellettivo, visivo o condizioni neurologiche particolari.
Ti spiegherò di che cosa si tratta, come riconoscerlo e come intervenire.
Che cos’è il disturbo di coordinazione motoria?
Il disturbo di coordinazione motoria interessa circa il 5-6% della popolazione infantile compresa tra i 5 e gli 11 anni (i maschi più delle femmine) e se non trattato immediatamente può perdurare, anche oltre l’età evolutiva.
Si tratta di una compromissione dello sviluppo della coordinazione motoria, cioè la capacità di eseguire movimenti semplici e complessi con la massima efficacia e il minor dispendio di energia.
Come riconoscere il disturbo di coordinazione motoria?
Non tutti i bambini che soffrono di disturbo della coordinazione motoria hanno le stesse caratteristiche, ma, cercando degli elementi in comune, questi sono:
- l’essere impacciati;
- la scoordinazione;
- la lentezza dei movimenti.
Per loro è difficoltoso anche ideare il movimento e di conseguenza, già durante la scuola dell’infanzia, non sono attratti dall’esplorazione del corpo, si muovono poco e male e non amano particolarmente disegnare, fare i puzzle, le collane di perle, andare in bici.
Le difficoltà possono anche sfociare in:
- scarsa autostima;
- oppressione del movimento per paura di sbagliare;
- difficoltà di apprendimento e di scrittura, che di solito insorge con la crescita
Il rischio è quello di incorrere in problematiche più gravi quali ansia, depressione e altri disturbi che possono compromettere l’adattamento psicosociale del bambino.
A seconda dell’età, si manifestano segni differenti:
- nei bambini più piccoli si nota goffaggine e ritardo nel raggiungimento delle tappe fondamentali dello sviluppo motorio;
- negli adolescenti si notano difficoltà più complesse come incapacità di assemblare puzzle, usare le costruzioni, giocare a palla o avere una buona calligrafia.
Campanelli che devono far insospettire e che preannunciano qualche difficoltà nel campo della coordinazione motoria sono:
- ritardo nell’acquisizione delle principali tappe di sviluppo motorio, come gattonamento o deambulazione autonoma;
- scarsa fluidità dei movimenti nello spazio;
- difficoltà dell’acquisizione, pianificazione ed esecuzione autonoma di sequenze motorie fini;
- scarsa abilità nei compiti visuo-percettivo-motori.
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Un quadro di questo tipo, con la crescita, può determinare difficoltà ad eseguire azioni autonome personali e sociali come lavarsi le mani, vestirsi, allacciare le scarpe, insuccesso in attività sportive e scarsi risultati a scuola, soprattutto in materie di scrittura e logico-matematiche.
Come intervenire?
Il disturbo della coordinazione motoria, se identificato e trattato nei giusti tempi, ha buone possibilità di miglioramento; miglioramento che si verifica sia a proposito degli schemi di movimento, che in termini di consapevolezza, integrazione corporea e autostima.
Il trattamento del disturbo della coordinazione motoria deve essere seguito dal terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, affinché si arrivi all’obiettivo desiderato, il quale baserà principalmente la terapia su giochi e movimenti che, al contempo, sviluppano o migliorano le competenze motorie.
Con l’aumentare dell’età del bambino, anche gli esercizi e giochi si adattano; pertanto, più il bambino è grande e più il lavoro diventa ideativo e di pianificazione e, dal punto di vista motorio, si può anche pensare a un allenamento mirato.
Altra terapia da non escludere è la terapia di gruppo, meglio se con altri bambini affetti da difficoltà motorie; questa è efficace perché innesca un apprendimento per imitazione, tramite l’osservazione di altri, e aumenta la possibilità di trasferire nella quotidianità i progressi effettuati durante la terapia.
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Conclusione
Le capacità motorie devono essere considerate nella valutazione funzionale dei bambini in età scolare, in quanto non influenzano solo la possibilità di cimentarsi nelle attività scolastiche ma si riflettono nel funzionamento generale del bambino. È importante che tali aspetti siano inclusi nelle attività di screening, in modo tale da individuare precocemente specifiche difficoltà ed organizzare interventi altrettanto precoci, rivolti sia al dominio motorio sia agli apprendimenti.
Autrice: Matilde Cecchini
Terapista della Neuro e psicomotricità dell’età evolutiva – Neuropsicomotricista (TNPEE)